意大利语阅读四
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循序渐进意大利语初级阅读1.“Trulli”di AlberobelloIn provincia di Bari, in Puglia, c’e’una cittadina dalle strane costruzioni, di cui non si trovano corrispondenti forme architettoniche in altre parti d’Italia. Si tratta di Alberobello, le cui case, di forma alquanto bizzarra, fanno pensare ad abitazioni di popolazioni della preistoria. Sono minuscule capanne toned, casupole cilindriche ad un solo vano con I muri esterni bianchissimi e con I tetti a cono aguzzo di colore scuro. La forma bizzarra di questa originale architettura ed il colore bianchissimo abbagliante dei muri danno alla cittadina un aspetto caratteristico di paesaggio di altri popoli e di altri tempi.VocabolarioTrullo s.m. (意大利普里亚区)圆锥顶建筑Corrispondente agg. 相等的,相似的Alquanto avv. 相当,不少Bizzarro agg. 奇怪的,古怪的Abitazione s.f. 住宅,住处Preistoria s.f. 史前史,史前学Minuscolo agg. 非常小的Capanna s.f. 小屋,棚屋Tondo agg. 圆的Casupola s.f. 小茅屋,破房子Cilindrico agg. 圆柱形的,圆柱体的Vano s.m. 窗洞,门洞Tetto s.m. 屋顶Originale agg. 原始的Architettura s.f. 建筑物Paesaggio s.m. 风景,景观2.Le Alpi e gli AppenniniL’Italia e’una terra prevalentemente montuosa. Il principale rilievo e’ format dale due catene delle Alpi e degli Appennini. Le Alpi si stendono ad arco da occidente ad oriente, dalla Liguria fino al golfo di Trieste; gli Appennini, seguendo la direzione dei meridian, si stendono attraverso tutta la penisola fino alla punta estrema della Calabria.I paesaggi alpine sono di una incomparabile bellezza. Le rocce si ergono maestose sulle Verdi vallate in una succession di visioni mirabilis, piene di suggestion e di incanto. Alcune cime giganteggiano come enormi torri e danno all’uomo il senso della sua piccolezza davanti alla Potenza della natura.VocabolarioLe Alpi 阿尔卑斯山脉Gli Appennini 亚平宁山脉Prevalentemente avv. 多半,大部分Montuoso agg. 多山的,多高地的Rilievo s.m. 高地Arco s.m. 弓形,弧形Liguria 利古里亚Trieste 地理雅斯特Meridian s.m. 子午线,子午圈Penisola s.f. 半岛Estremo agg. 末端的,尽头的Calabria 卡拉布利亚Alpino agg. 阿尔卑斯山的,高山的Incomparabile agg. 无与伦比的Roccia s.f. 岩石Ergersi v.rifl. 竖立,挺立Maestoso agg. 雄伟的,壮丽的Vallata s.f. 大山谷Succession s.f. 连续,接连Visione s.f. 景色Mirabile agg. 惊人的,非凡的Suggestione s.f. 魅力Incanto s.m. 诱惑力,魅力Cima s.f. 山峰Giganteggiare 屹立,高耸Torre s.f. 塔,塔楼Piccolezza s.f. 矮小3.FirenzeVista in primavera, la citta’ e’ circonfusa di una luce eterea, che la mostra come attraverso un globo di cristallo. La severita’della pietra e del marmot degli edifice e’come ammollita e trasfigurata. Le cime delle torri, delle cupole, dei campanili spiccano sul cielo diafano.Poche citta’d’Italia presentano tanta varieta’di fisionomia quanto Firenze nel suo interno. La Firenze di Dante, ristretta al centro con le sue torri mozzate, la Firenze Medicea, ricca e magnifica, sono racchiuse nella Firenze artistic, quieta e raccolta, dei chiostri, delle chiese tranquille, delle vie solitarie e silenziose, dove sono nati ed hanno lavorato tanti insigni pittori del Quattrocento e del Cinquecento.VocabolarioCirconfondere v.tr. 围绕,笼罩Etereo agg. 纯洁的,神妙的Cristallo s.m. 水晶Severita’s.f. 严肃Ammollire v.tr. 使柔软Trasfigurare v.tr. 使改变面貌Cupola s.f. 圆屋顶Campanile s.m. 钟楼Spiccare v.intr. 突出,出众Diafano agg. 透明的Fisionomia s.f. 外貌,面貌Mozzare v.tr. 砍,截Magnifico agg. 壮丽的,宏伟的Quieto agg. 平静的Chiostro s.m. 庭院,修道院Solitario agg. 荒凉的Insigne agg. 杰出的,卓越的Quattrocento s.m. 十五世纪Cinquecento s.m. 十六世纪。
意语阅读:意大利语高级阅读第3篇CONSULTA ISLAMICA - Lezioni di arabo e religione islamica a scuolaIL VERTICE / CONSULTA ISLAMICALezioni di arabo e religione islamica a scuola E’ stata ribadita la condanna di ogni offesa ai valori e ai simboli religiosi. Tutte le proposte di integrazione della Consulta presieduta da Pisanu Roma, 7 marzo 2006 - Una nuova condanna ad ogni “strumentalizzazione dei valori religiosi a fini politici”, che “spinga all’odio e alla violenza”e l’apprezzamento del Ministro per l’ese mplare compostezza della comunita’ islamica italiana sulla vicenda delle vignette.Ma anche un dibattito sui problemi concreti legati all’integrazione e la discussione su un documento con una precisa presa di posizione contro il terrorismo e l’estremism o, che ha incassato 11 pareri favorevoli, due contrari e un astenuto.Si e’ conclusa cosi’ la seconda riunione della Consulta islamica, presieduta dal Ministrodell’Interno Giuseppe Pisanu. Ma anche questa volta, non si e’ fatta attendere la critica dell’ex ministro Calderoli, che ha commentato: “nei loro paesi i membri della consulta garantiscono i cristiani?”.“Il totale rifiuto di ogni presa di posizione che, strumentalizzando i valori religiosi a fini politici, spinga all’odio e alla violenza” e’ stato espresso dalla Consulta. Il ministro ha espresso il “vivo apprezzamento alla comunita’ islamica italiana per la esemplare compostezza che ha saputo mantenere anche in momenti di gravi tensioni etnico-religiose”.E la Consulta ha auspicato che “i m ass media prestino maggiore attenzione a tali dimostrazioni di sensibilita’ civile e democratica che, oltretutto, rivelano la crescita di un islam italiano sempre piu’ consapevole dei suoi diritti e dei suoi doveri”. Ed e’ stata quindi ribadita “la piu’ fe rma condanna di ogni offesa ai valori ed ai simboli religiosi e di ogni reazione illegale e violenta”.E’ questo l’obiettivo della prima parte deldocumento presentato dal presidente delle donne marocchine in Italia Souad Sbai e sottoscritto da 11 membri della Consulta. Un documento che non eraall’ordine del giorno, proposto con l’intento, spiega Sbai, “di dire agli italiani, prima di iniziare i lavori della Consulta, che la pensiamo come loro, che siamo d’accordo con il popolo italiano. E ringraziare p er questa opportunita”‘. Ma non solo: il documento, auspicando che “la pace e la democrazia si affermino come realta’ concrete in tutti i paesi musulmani”, ribadisce “il diritto di Israele a convivere a fianco dello stato palestinese indipendente nella pace e sicurezza reciproca”. Si e’ astenuto Khalid Chaouki: “ho scelto di non sottoscrivere il documento -ha spiegato- pur condividendone il contenuto perche’ credo che il ruolo della Consulta sia quello di provvedere ai problemi concreti della comunita”‘.Lauree agli imam e sermoni in italiano nelle moschee sono alcune delle proposte emerse nel corso della riunione e contenute anche nel documento sottoscritto dalla maggioranza della Consulta. Tra le proposte, la richiesta che i sermoni degli Imam venganof atti in lingua italiana; l’introduzione nelle universita’ pubbliche italiane di dottorati in scienze religiose comparate, per curare la formazione degli Imam; l’introduzione nelle scuole, insieme alle altre lingue, anche lo studio dell’ arabo, per tutti gl i alunni, compresi quelli italiani; l’invito ad evitare ghetti scolastici islamici (il documento condanna l’esperienza di via Quaranta) e verificare che i corsi di lingua araba impartiti nei centri islamici siano rispettosi delle leggi.Mohamed Nour Dac han, presidente dell’Ucoii, dopo aver votato contro il documento passato a maggioranza, ha presentato una serie di proposte per l’integrazione nella scuola, sul lavoro e nella distribuzione degli alloggi. Tra le quali, l’istituzione nelle scuole italiane d ell’ora di religione islamica come scelta alternativa, la modifica dei libri scolastici che contengono “notizie palesemente false sull’Islam ed i musulmani” e inserire la lingua araba come materia a scelta a livello nazionale. Ma anche alcuni‘principi generali’, come il rispetto della dignita’ umana e della liberta’ religiosa, gli aiutialle famiglie, la concessione della cittadinanza per chi nasce in Italia e il contrasto ad ogni tipo di ghettizzazione degli immigrati.。
意大利语阅读技巧方法概述意大利语作为一门罗曼语系的语言,阅读是学习和掌握该语言的重要环节。
本文将概述几种提高意大利语阅读能力的方法和技巧。
1. 建立基础词汇量拥有丰富的词汇量是阅读的基础。
在学习意大利语的初期,我们应该注重积累常用词汇,并逐渐扩大词汇量。
可以通过背单词、看意大利语原著或新闻等方式来增加词汇储备。
2. 阅读有趣的内容选择自己感兴趣的文章、故事或杂志,可以提高阅读的积极性和兴趣,更好地理解和记忆文章内容。
此外,可以通过阅读与自己专业或兴趣相关的领域,提高专业词汇的掌握和阅读水平。
3. 注意语法和句型意大利语的语法和句型结构与其他语言不同,掌握基本的语法规则和句型结构对阅读至关重要。
要特别注意名词的性别、动词的变位和时态等细节,从而更好地理解文章的内容。
4. 学习短语和固定搭配短语和固定搭配在意大利语中广泛存在,掌握和运用这些短语可以帮助我们更好地理解文章的意义。
可以通过记忆常用短语和搭配,并在阅读中灵活应用。
5. 利用上下文推理在阅读过程中,我们经常会遇到一些生词或不熟悉的词汇。
此时,可以利用上下文的信息进行推理来理解词义。
注意文章的逻辑关系、语境等信息,从而更好地理解文章的内涵。
6. 多读多练阅读是一个技巧性的过程,只有通过大量的阅读和练习,才能逐渐提高阅读能力。
可以选择一些适合自己水平的阅读材料,进行大量的阅读和模仿,培养自己的阅读习惯和技巧。
7. 使用在线资源互联网上有很多提供意大利语学习资源的网站和应用,可以利用这些资源来提高阅读能力。
有些网站提供在线意大利语阅读材料和练习题,可以通过完成这些练习来巩固所学的知识和技巧。
8. 理解作者意图阅读的目的是理解作者的意图和思想。
在阅读过程中,我们应该关注文章的主题、结构以及作者的观点,并尝试理解作者将要传达的信息。
这样可以更好地把握文章的中心思想。
通过以上几种方法和技巧,我们可以提高意大利语的阅读能力,更好地理解和掌握这门语言。
当然,只有通过不断的实践和积累,才能达到更高的阅读水平。
Geppetto rifài piedi a Pinocchio e vende la propria casacca per comprargli l'abbecedario.Pinocchio fa mille sgambetti dalla gioiaIl burattino, appena che si fu levata la fame, cominciòsubito a bofonchiare e a piangere, perché voleva un paio di piedi nuovi.Ma Geppetto, per punirlo della monelleria fatta, lo lasciò piangere e disperarsi per una mezza giornata: poi gli disse:"E perché dovrei rifarti i piedi? Forse per vederti scappar di nuovo da casa tua?""Vi prometto, disse il burattino singhiozzando, che da oggi in poi sarò buono...""Tutti i ragazzi, replicò Geppetto, quando vogliono ottenere qualcosa, dicono così.""Vi prometto che anderò a scuola, studierò e mi farò onore...""Tutti i ragazzi, quando vogliono ottenere qualcosa, ripetono la medesima storia.""Ma io non sono come gli altri ragazzi! Io sono piùbuono di tutti e dico sempre la verità. Vi prometto, babbo, che imparerò un'arte e che sarò la consolazione e il bastone della vostra vecchiaia."Geppetto che, sebbene facesse il viso di tiranno, aveva gli occhi pieni di pianto e il cuore grosso dalla passione di vedere il suo povero Pinocchio in quello stato compassionevole, non rispose altre parole: ma, presi in mano gli arnesi del mestiere e due pezzetti di legno stagionato, si pose a lavorare di grandissimo impegno.E in meno d'un'ora, i piedi erano bell'e fatti; due piedini svelti, asciutti e nervosi, come se fossero modellati da un artista di genio.Allora Geppetto disse al burattino:"Chiudi gli occhi e dormi!"E Pinocchio chiuse gli occhi e fece finta di dormire. E nel tempo che si fingeva addormentato, Geppetto con un po' di colla sciolta in un guscio d'uovo gli appiccicò i due piedi al loro posto, e glieli appiccicòcosìbene, che non si vedeva nemmeno il segno dell'attaccatura.Appena il burattino si accorse di avere i piedi, saltò giù dalla tavola dove stava disteso,e principiòa fare mille sgambetti e mille capriole, come se fosse ammattito dalla gran contentezza."Per ricompensarvi di quanto avete fatto per me, disse Pinocchio al suo babbo, voglio subito andare a scuola.""Bravo ragazzo!""Ma per andare a scuola ho bisogno d'un po' di vestito."Geppetto, che era povero e non aveva in tasca nemmeno un centesimo, gli fece allora un vestituccio di carta fiorita, un paio di scarpe di scorza di albero e un berrettino di midolla di pane.Pinocchio corse subito a specchiarsi in una catinella piena d'acqua e rimase cosìcontento di sé che disse pavoneggiandosi:"Paio proprio un signore!""Davvero, replicòGeppetto, perché, tienlo a mente, non èil vestito bello che fa il signore, ma è piuttosto il vestito pulito.""A proposito, soggiu/xyjy/nse il burattino, per andare alla scuola mi manca sempre qualcosa: anzi mi manca il più e il meglio.""Cioè?""Mi manca l'Abbecedario.""Hai ragione: ma come si fa per averlo?""è facilissimo: si va da un libraio e si compra.""E i quattrini?""Io non ce l'ho.""Nemmeno io", soggiunse il buon vecchio, facendosi tristo.E Pinocchio, sebbene fosse un ragazzo allegrissimo, si fece tristo anche lui: perché la miseria, quando è miseria davvero, la intendono tutti: anche i ragazzi."Pazienza!" gridòGeppetto tutt'a un tratto rizzandosi in piedi; e infilatasi la vecchia casacca di fustagno, tutta toppe e rimendi, uscì correndo di casa.Dopo poco tornò: e quando tornò aveva in mano l'Abbecedario per il figliuolo, ma la casacca non l'aveva più. Il pover'uomo era in maniche di camicia, e fuori nevicava."E la casacca, babbo?""L'ho venduta.""Perché l'avete venduta?""Perché mi faceva caldo."Pinocchio capì questa risposta a volo, e non potendo frenare l'impeto del suo buon cuore, saltò al collo di Geppetto e cominciò a baciarlo per tutto il viso.La bella Bambina dai capelli turchini fa raccogliere il burattino: lo mette a letto, e chiama tre medici per sapere se sia vivo o morto.La bella Bambina dai capelli turchiniIn quel mentre che il povero Pinocchio impiccato dagli assassini a un ramo della Quercia grande, pa/sgmq/reva oramai più morto che vivo, la bella Bambina dai capelli turchini si affacciò d acca po alla finestra, e impietositasi alla vista di quell'infelice che sospeso per il collo, ballava il trescone alle ventate di tramontana, batté per tre volte le mani insieme, e fece tre piccoli colpi.A questo segnale si sentì un gran rumore di ali che volavano con foga precipitosa, e un grosso falco venne a posarsi sul davanzale della finestra."Che cosa comandate, mia graziosa Fata?" disse il Falco abbassando il becco in atto di reverenza (perché bisogna sapere che la Bambina dai capelli turchini non era altro, in fin dei conti, che una buonissima Fata, che da più di mill'anni abitava nelle vicinanze di quel bosco):"Vedi tu quel burattino attaccato penzoloni a un ramo della Quercia grande?""Lo vedo.""Orbene: vola subito laggiù: rompi col tuo fortissimo becco il nodo che lo tiene sospeso in aria e posalo delicatamente sdraiato sull'erba a piè della Quercia."Il Falco volò via e dopo due minuti tornò dicendo:"Quel che mi avete comandato, è fatto.""E come l'hai trovato? Vivo o morto?""A vederlo, pareva morto, ma non dev'essere ancora morto perbene, perché, appena gli ho sciolto il nodo scor/dxjs/soio che lo stringeva intorno alla gola, ha lasciato andare un sospiro, balbettando a mezza voce: "Ora mi sento meglio!"."Allora la Fata, battendo le mani insieme, fece due piccoli colpi, e apparve un magnifico Can-barbone, che camminava ritto sulle gambe di dietro, tale e quale come se fosse un uomo.Il Can-barbone era vestito da cocchiere in livrea di gala. Aveva in capo un nicchiettino da tre punte gallonato d'oro, una parrucca bianca coi riccioli che gli scendevano giù per il collo, una giubba color di cioccolata coi bottoni di brillanti e con due grandi tasche per tenervi gli ossi che gli regalava a pranzo la padrona, un paio di calzoni corti di velluto cremisi, le calze di seta, gli scarpini scollati, e di dietro una specie di fodera da ombrelli, tutta di raso turchino, per mettervi dentro la coda, quando il tempo cominciava a piovere."Su da bravo, Medoro!" disse la Fata al Can-barbone. "Vai subito attaccare la piùbella carrozza della mia scuderia e prendi la via del bosco. Arrivato che sarai sotto la Quercia grande, troverai disteso sull'erba un povero burattino mezzo morto. Raccoglilo con garbo, posalo pari pari su i cuscini della carrozza e portamelo qui. Hai capito?"Il Can-barbone, per fare intendere che aveva capito, dimenòtre o quattro volte la fodera di raso turchino, che aveva dietro, e partì come un barbero.Di lìa poco, si vide uscire dalla scuderia una bella carrozzina color dell'aria, tutta imbottita di penne di canarino e foderata nell'interno di panna montata e di crema coi savoiardi. La carrozzina era tirata da cento pariglie di topini bianchi, e il Can-barbone, seduto a cassetta, schioccava la frusta a destra e a sinistra, come un vetturino quand'ha paura di aver fatto tardi.Non era ancora passato un quarto d'ora, che la carrozzina tornò, e la Fata, che stava aspettando sull'uscio di casa, prese in collo il povero burattino, e portatolo in una cameretta che aveva le pareti di madreperla, mandò subito a chiamare i medici più famosi del vicinato.E i medici arrivarono subito, uno dopo l'altro: arrivò, cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo-parlante."Vorrei sapere da lor signori", disse la Fata, rivolgendosi ai tre medici riuniti intorno alletto di Pinocchio, "vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia morto o vivo!..."A quest'invito, il Corvo,/jwgl/ facendosi avanti per il primo, tastòil polso a Pinocchio: poi gli tastòil naso, poi il dito mignolo dei piedi: e quand'ebbe tastato ben bene, pronunziò solennemente queste parole:"A mio credere il burattino è bell'e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!""Mi dispiace, disse la Civetta, di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero!""E lei non dice nulla?" domandò la Fata al Grillo-parlante."Io dico che il medico prudente quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare, è quella di stare zitto. Del resto quel burattino lì non m'è fisonomia nuova: io lo conosco da un pezzo!..."Pinocchio, che fin allora era stato immobile come un vero pezzo di legno, ebbe una specie di fremito convulso, che fece scuotere tutto il letto."Quel burattino lì, seguitò a dire il Grillo-parlante, è una birba matricolata..."Pinocchio aprì gli occhi e li richiuse subito."è un monellaccio, uno svogliato, un vagabondo".Pinocchio si nascose la faccia sotto i lenzuoli."Quel burattino lìèun figliuolo disubbidiente, che faràmorire di crepacuore il sua povero babbo!..."A questo punto si sentìnella camera un suono soffocato di pianti e di singhiozzi. Figuratevi come rimasero tutti, /lxgl/allorchésollevati un poco i lenzuoli, si accorsero che quello che piangeva e singhiozzava era Pinocchio."Quando il morto piange, è segno che è in via di guarigione", disse solennemente il Corvo."Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega, soggiunse la Civetta, ma per me, quando il morto piange è segno che gli dispiace a morire."。
意大利语阅读(意译中)复习指导:无畏的小乔万尼Giovannin senza pauraC'era una volta un ragazzetto chiamato Giovannin senza paura, perché non aveva paura di niente. Girava per il mondo e capitò a una locanda a chiedere alloggio. - Qui posto non ce n'è, - disse il padrone, - ma se non hai paura ti mando in un palazzo.- Perché dovrei aver paura?- Perché ci si sente, e nessuno ne è potuto uscire altro che morto. La mattina ci va la Compagnia con la bara a prendere chi ha avuto il coraggio di passarci la notte.Figuratevi Giovannino! Si portò un lume, una bottiglia e una salciccia, e andò.A mezzanotte mangiava seduto a tavola, quando dalla cappa del camino sentì una voce: - Butto?E Giovannino rispose: - E butta!Dal camino cascò giù una gamba d'uomo. Giovannino bevve un bicchiere di vino.Poi la voce disse ancora: - Butto?E Giovannino: - E butta! . e venne giù un'altra gamba. Giovannino addentò la salciccia.- Butto?- E butta! - e viene giù un braccio. Giovannino si mise a fischiettare.- Butto?- E butta! - un altro braccio.- Butto?- Butta!E cascò un busto che si riappiccicò alle gambe e alle braccia, e restò un uomo in piedi senza testa.- Butto?- Butta!Cascò la testa e saltò in cima al busto. Era un omone gigantesco, e Giovannino alz ò il bicchiere e disse: - Alla salute!L'omone disse: - Piglia il lume e vieni.Giovannino prese il lume ma non si mosse.- Passa avanti! - disse l'uomo.- Passa tu, - disse Giovannino.- Tu! - disse l'uomo.- Tu! - disse Giovannino.Allora l'uomo passò lui e una stanza dopo l'altra traversò il palazzo, con Giovannino dietro che faceva lume. In un sottoscala c'era una porticina.- Apri! - disse l'uomo a Giovannino.E Giovannino: - Apri tu!E l'uomo aperse con una spallata. C'era una scaletta a chiocciola.- Scendi, - disse l'uomo.- Scendi prima tu, - disse Giovannino.Scesero in un sotterraneo, e l'uomo indicò una lastra in terra.- Alzala!- Alzala tu! - disse Giovannino, e l'uomo la sollevò come fosse stata una pietruzza. Sotto c'erano tre marmitte d'oro. - Portale su! - disse l'uomo.- Portale su tu! - disse Giovannino. E l'uomo se le portò su una per volta.Quando furono di nuovo nella sala del camino, l'uomo disse: - Giovannino, l'incanto è rotto! - Gli si staccò una gamba e scalciò via, su per il camino. - Di queste marmitte una è per te, - e gli si staccò un braccio e s'arrampicò per il camino. - Un'altra è per la Compagnia che ti verrà a prendere credendoti morto, - e gli si stacc ò anche l'altro braccio e inseguì il primo. - La terza è per il primo povero che passa, - gli si staccò l'altra gamba e rimase seduto per terra. - Il palazzo tientelo pure tu, - e gli si staccò il busto e rimase solo la testa posata in terra. . Perchè dei padroni di questo palazzo, è perduta per sempre ormai la stirpe, - e la testa si sollev ò e salì per la cappa del camino.Appena schiarì il cielo, si sentì un canto: Mieserere mei, miserere mei, ed era la Compagnia con la bara che veniva a prendere Giovannino morto. E lo vedono alla finestra che fumava la pipa.Giovannin senza paura con quelle monete d'oro fu ricco e abitò felice nel palazzo. Finché un giorno non gli successe che, voltandosi, vide la sua ombra e se ne spavent ò tanto che morì.从前,有一个小伙子,天不怕地不怕,被人称作无畏的小乔万尼。
LOTTERIA ITALIA, RUOTA DI MESSINAPomeriggio tardo di martedì sotto una pioggia incessante centinaia di donne e uomini migranti stazionano davanti gli uffici postali di Messina. Al Circolo Arci Thomas Sankara si compilano ancora i kit dei ritardatari, delle “badanti” -parola odiosissima- che sono riuscite, in estremis, ad avere un permesso di uscita dai loro “gentilissimi” padroni.Ore 19:30: incomincia a squillare il telefonino, unico collegamento con l'esterno, con il mondo di fuori:intanto, i messinesi, imbottigliati nel traffico, non si accorgono degli invisibili, di queste ombre scure che, tenacemente, mettono in gioco il loro futuro e quello dei propri cari partecipando ad una lotteria crudele e disumana. Le voci dal mondo di fuori ci dicono di fare presto, perché gli uffici postali del centro sono tutti già presi di assalto. Gli invisibili sono arrivati anche sulle colline, dove nello sperduto ufficio postale di Castanea una decina di coraggiosi incomincia ad aspettare il mattino, al freddo ed al vento di marzo e a presidiare questo piccolo ufficio per difenderlo in questa guerra delle quote. L'indomani alle 14:30 verranno aperti i flussi per l'ingresso regolare di lavoratori non comunitari, ma solo 170.000 persone saranno le vincitrici di questa lotteria al massacro.E' tardi, tardissimo, dopo aver trascorso settimane a spiegare a tutte e tutti che questa non è una regolarizzazione,e che chi ègià qui in Italia dovrà mettere in conto di dover tornare al proprio paese e presentarsi alla rappresentanza diplomatica italiana con un passaporto immacolato, dopo aver compilato centinaia di kit e moduli vari, fatto il mestiere del commercialista, dello psicologo, del sindacalista, adesso anch'io devo scappare alla ricerca di un ufficio postale non presidiato.L' anno precedente la corsa alle quote era terminata per noi, al caldo della nostre stanze, quando qualche minuto prima di mezzanotte il governo aveva deciso di affidare ad internet l'apertura del rubinetto dei flussi, ed abbiamo avvisato tutti i nominativi della nostra lista di migranti in attesa della pubblicazione.Quest'anno il governo è stato più “clemente”: ha deciso di posticipare il ricevimento delle domande ad una settimana dalla pubblicazione del decreto flussi. Grazie presidente operaio, le aspettative di centinaia di migliaia di persone, forse un milione?, sono aumentate; in moltissimi hanno creduto in una sanatoria, dove a tutte le domande corrisponderà un permesso di soggiorno, persino un telegiornale delle reti di stato, ha dato la notizia dell'apertura di una nuova regolarizzazione. Telefono a K.. La sua è una storia che ha dell'inverosimile. E' uno studente universitario, un “cervellone” che ha trovato un lavoro qualificato ed è stato assunto regolarmente. Fin qui niente di strano, qualche mese fa si era recato in questura per chiedere di trasformare il permesso da studio in lavoro, perché aveva scoperto che uno studente straniero non poteva avere un contratto a tempo pieno ma solo part time, e così molto orgoglioso della sua prima busta l'aveva mostrata per chiedere la conversione del permesso da studio in lavoro. Gli era stato risposto che era impossibile, doveva aspettare il decreto flussi e sperare di rientrare nelle quote messe a disposizione dal governo. Ha continuato a lavorare, con un contratto di lavoro regolare, perfettamente regolare per tutti gli organismi regionali, statali e di tutela, Inps ed Inail compresi, ma “abusivo” per la legge bossi-fini.Così si apre la corsa alle quote anche per lui, ed allora gli chiedo di correre e raggiungere gli uffici postali più periferici. Corro anch'io raggiungo casa a prendere i miei 2 kit, uno per la mia famiglia anagrafica ed uno per quella allargata. Ho promesso, non posso sbagliare. Volante 1 a volante 2: abbiamo trovato un ufficio postale deserto, K. è il primo. Arrivo in auto e telefono agli altri ed alle altre, siamo piazzati bene in quasi tutti gli uffici, noi abbiamo ancora posto, consigliamo ai meno fortunati di raggiungerci. Passano due minuti e arrivano due ragazzi asiatici e poi un signore maghrebino, decidiamo di predisporre una lista, con la posizione ed il numero di domande pro capite. Io e k. ne prendiamo solo una, tanto si possono presentare fino a 5 kit a persona. La nostra è la prima. Gli altri arrivano prima alla spicciolata poi il tam tam dei telefonini fa lievitare il numero delle presenze dentro la lista. Poco dopo l'una di notte inizia a salire la tensione, ci sono stati tentativi di prevaricazione in alcuni uffici postali, e da noi arriva l'ennesimo ragazzo ad iscriversi in lista.Bastano pochi scambi d'opinione, il ragazzo non ha nessuna intenzione di passare la notte al freddo ed avvisa di voler tornare l'indomani mattina; si alza il tono della voce, si alza un vociare di arabo, cingalese, inglese. Il ragazzo, allora, tira via la lista dal vetro e la riduce a cartaccia. Scattano le reazioni: spinte, pugni, calci. Gridiamo di smetterla. Il ragazzo incassa senza reagire, va via impaurito. Si rimette la lista al suo posto, qualcuno prova a cancellare il nome del ragazzo. Sono giàpassate due volte le volanti della polizia. Ad un certo punto, torna il ragazzo di prima, questa volta non è solo, vola una pioggia di pietre, che fortunatamente colpiscono solo la vetrata della posta e di striscio un'automobile in sosta.La situazione sembra precipitare verso un'escalation di violenza, che miracolosamente si placa con un accordo tra le parti.Gli amici del ragazzo faranno il turno per lui, e comunque, si procede a stendere una copia della lista, affidata alla persona più anziana, che si occuperà anche di evitare ulteriori furberie da ambo le parti.Intanto arriva l'ennesima volante, forse, perché la telecamera dell'ufficio postale ha registrato l'inusuale pioggia di pietre; fortunatamente non chiedono i documenti, e solo dopo qualche domanda, vanno via. Nel frattempo, molte persone sonoscappate. Arriva anche N.: ha lasciato famigliari della sua numerosissima famiglia in almeno 4 uffici postali,lei farà la fila per la nipote, è al suo secondo tentativo, si sono appena sentite per telefono G. aspetta lì a centinaia di miglia lontane suun'isola dell'oceano Pacifico. Anche lei è del Thomas Sankara ed adesso le nostre 5 richieste sono al completo.Contemporaneamente alla telefonata, che ci avvisa del telegramma dell'Arci ai Sindaci, arriva una camionetta della croce rossa , distribuisce thè e latte caldo per gli uffici postali. Ci sono a bordo 3 volontari, che appreso l'esistenza di una posta abilitata in un villaggio a forte densità mafiosa, esprimono tutta la loro perplessità ad andare soli in piena notte, in un luogo così “pericoloso”.Piove e tira un vento freddissimo. Una sigaretta dopo l'altra, lancio di maledizioni contro bossi e fini, controllo e incollaggio dei kit,caffè con ginger,l'orologio segna le 4.Il freddo e l'umidità ci impongono di rifugiarsi in auto, chi non c'è l' ha viene accolto in una di quelle messe a controllodell'ufficio.Non si dorme,tra il rimbombare dei bassi di una musica indecifrabile, il passaggio delle volanti, i motori delle auto accessi per attivare il riscaldamento ed altri tentativi non riusciti di far sparire la lista.Alle 6:40 giunge persino la telefonata di un neofascista. Dopo una storia non esemplare sul non riconoscimento di elementari diritti di una lavoratrice rumena, un noto esponente di una lista di estrema destra alleata con Berlusconi, ha deciso in extremis di “regolarizzarla” ed un “amico” della ragazza, a cui avevamo ampiamente spiegato passo passo come compilare il kit, ci chiama per ricontrollare il tutto, alla presenza di un capolista delle elezioni nazionali.Sono quelli che parlano della difesa della razza, di negazionismo, di chiusura immediata delle frontiere, ma a che gioco giochiamo?La destra xenofoba che chiede aiuto all'Arci? Ma Pisanu è informato?Basta, chiediamo aiuto alle pagine del Manifesto, per sentire qualcosa veramente di sinistra, ma in prima pagina sta scritto extracomunitari.Adesso è veramente troppo. Sulla Gazzetta del Sud si parla ovviamente di regolarizzazione e di code con centinai di immigrati davanti alle poste, solo a Torino però, nel resto d'Italia e nella città dove si edita il giornale, i migranti ridiventano invisibili.La mattinata giunge al termine, alle 13:45 componiamo la fila, dopo aver trattato con il direttore delle poste per rispettare la nostra lista autogestita, alle 14:15 entriamo. Il direttore non sa nulla della procedura sull'accettazione delle raccomandate postali per tutti gli altri casi non previsti dai kit, facciamo un po' di formazione anche a lui. Alla fine si apre un altro sportello per le raccomandate per le quote di conversione del permesso di soggiorno.Quando appoggio le buste, sul bancone, sono le 14:25 alle 14:30 si accende il software in contemporanea in tutta Italia. Alla prima lettura ottica l'impiegata sbaglia,in fumo secondi preziosi, la prima busta è accettata prima del passare del primo minuto dopo le 14:30, una media di 2 minuti passa per registrare ogni singolo kit. C'è l'abbiamo fatta, rimaniamo un altro po' nell'ufficio a fare assistenza a chi deve ancora finire di compilare i kit o non sa dove mettere la marca da bollo.Le poste ringraziano per loro è un business da milioni di euro!Alle 15:30 siamo fuori. Arrivano anche notizie dagli altri uffici. In uno la fila è stata regolata dalla polizia, in altri sono stati velocissimi, in altri hanno avuto problemi con il software ed hanno fatto varie prove.In un ufficio dietro queste prove tecniche si è celato un abuso, il direttore ha messo sul bancone una busta con una ricevuta perfettamente compilata, e l'ha registrata con la disapprovazione di tutti i presenti. I primi 4 della fila erano soci del circolo ed inoltreremo a breve una denuncia alla procura della repubblica.Chiediamo che vengano rese pubbliche le liste delle graduatorie, con la dicitura presente sulla ricevuta, che prevede identificativo dell'ufficio postale e orario di ricevimento del kit. Così da permettere la possibilità di ricorsi e denunce nei casi di abuso, a tal fine consigliamo a tutte/i di conservare copia delle liste informali redatte dai migranti.Chiediamo, inoltre, di assicurare a tutte le lavoratrici e i lavoratori, rimasti fuori dalle quote, un permesso di soggiorno in Italia.。
IL PRINCIPE CHE SPOSO' UNA RANAC'era una volta un Re che aveva tre figli in età da prender moglie. Perché non sorgessero rivalità sulla scelta delle tre spose, disse: - Tirate con la fionda più lontano che potete: dove cadrà la pietra là prenderete moglie.I tre figli presero le fionde e tirarono. Il più grande tirò e la pietra arrivo sul tetto di un Forno ed egli ebbe la fornaia.Il secondo tirò e la pietra arrivò alla casa di una tessitrice. Al più piccino la pietra cascò in un fosso.Appena tirato ognuno correva a portare l'anello alla fidanzata.Il più grande trovò una giovinotta bella soffice come una focaccia, il mezzano una pallidina, fina come un filo, e il più piccino, guarda guarda in quel fosso, non ci trovò che una rana.Tornarono dal Re a dire delle loro fidanzate."Ora - disse il Re - chi ha la sposa migliore erediterà il regno. Facciamo le prove" e diede a ognuno della canapa perchégliela riportassero di lì a tre giorni filata dalle fidanzate, per vedere chi filava meglio.I figli andarono delle fidanzate e si raccomandarono che filassero a puntino; e il più piccolo tutto mortificato, con quella canapa in mano, se ne andò sul ciglio del fosso e si mise a chiamare:- Rana, rana!- Chi mi chiama?-L'amor tuo che poco t'ama.- Se non m'ama , m'ameràquando bella mi vedrà.E la rana salto fuori dall'acqua su una foglia.Il figlio del Re le diede la canapa e disse che sarebbe ripassato a prenderla filata dopo tre giorni.5 Dopo tre giorni i fratelli maggiori corsero tutti ansiosi dalla fornaia e dalla tessitrice a ritirare la canapa.La fornaia aveva fatto un bel lavoro, ma la tessitrice - era il suo mestiere - l'aveva filata che pareva seta.E il più piccino? Andò al fosso:- Rana, rana!- Chi mi chiama?- L'amor tuo che poco t'ama.- Se non m'ama , m'ameràquando bella mi vedrà.Saltò su una foglia e aveva in bocca una noce.Lui si vergognava un po' di andare dal padre con una noce mentre i fratelli avevano portato la canapa filata; ma si fecero coraggio e andò.Il Re che aveva già guardato per dritto e per traverso il lavoro della fornaia e della tessitrice, aperse la noce del più piccino, e intanto i fratelli sghignazzavano.Aperta la noce ne venne fuori una tela così fina che pareva tela di ragno, e tira tira, spiega spiega, non finiva mai , e tutta la sala del trono ne era invasa."Ma questa tela non finisce mai!" disse il Re, e appena dette queste parole la tela finì.Il padre, a quest'idea che una rana diventasse regina, non voleva rassegnarsiErano nati tre cuccioli alla sua cagna da caccia preferita, e li diede ai tre figli: "Portateli alle vostre fidanzate e tornerete a prenderli tra un mese: chi l'avrà allevato meglio sarà regina".Dopo un mese si vide che il cane della fornaia era diventato un molosso grande e grosso, perché il pane non gli era mancato; quella della tessitrice, tenuto più a stecchetto, era venuto un famelico mastino. Il più piccino arrivò con una cassettina, il Re aperse la cassettina e ne uscì un barboncino infiocchettato, pettinato, profumato, che stava ritto sulle zampe di dietro e sapeva fare gli esercizi militari e far di conto.E il Re disse: "Non c'è dubbio; sarà re mio figlio minore e la rana sarà regina".Furono stabilite le nozze, tutti e tre i fratelli lo stesso giorno.I fratelli maggiori andarono a prendere le spose con carrozze infiorate tirate da quattro cavalli, e le spose salirono tutte cariche di piume e di gioielli.Il più piccino andò al fosso, e la rana l'aspettava in una carrozza fatta d'una foglia di fico tirata da quattro lumache.Presero ad andare: lui andava avanti, e le lumache lo seguivano tirando la foglia con la rana. Ogni tanto si fermava ad aspettare, e una volta si addormentò.Quando si svegliò, gli s'era fermata davanti una carrozza d'oro, imbottita di velluto, con due cavalli bianchi e dentro c'era una ragazza bella come il sole con un abito verde smeraldo."Chi siete?" disse il figlio minore."Sono la rana", e siccome lui non ci voleva credere, la ragazza aperse uno scrigno dove c'era la foglia di fico, la pelle della rana e quattro gusci di lumaca."Ero una Principessa trasformata in rana, solo se un figlio di Re acconsentiva a sposarmi senza sapere che ero bella avrei ripreso la forma umana."Il Re fu tutto contento e ai figli maggiori che si rodevano d'invidia disse che chi non era neanche capace di scegliere la moglie non meritava la Corona.Re e regina diventarono il più piccino e la sua sposa.从前,有⼀个国王,他的三个⼉⼦都到了娶妻的年龄了。
意大利语高级阅读第一篇发表时间:2007-7-30 12:48:00 点击: 1226 [网友评论条] [字号:大中小]Arte come Identità culturaleProgetto per una ricerca sperimentale e relativa pubblicazione integrato d a un tour triennale di convegni e dibattiti in Italia e all’estero per una def inizione del concetto di identità culturale italiana ed europea.Il progetto di ricerca sperimentale che segue, riguarda la definizione del concetto di identità culturale italiana e dei valori connessi a partire dall’a rte che è uno degli elementi che caratterizza maggiormente la nostra civiltà an che all’estero.Perchè il concetto di identità culturale che ne emergerà possa essere il r isultato di un’ampia convergenza, saranno coinvolti nella ricerca gli Enti e g li organismi culturali evidenziati nelle premesse che seguono e di cui sono rip ortate le opinioni ed i risultati di studi e ricerche sull’argomento.Anche gli studenti degli is tituti scolastici e delle Università, sotto la guida dei docenti delle varie discipline, saranno coinvolti nella ricerca trami te il Ministero dell’Istruzione Università Ricerca.Si prevede in questa prima fase che la ricerca avrà durata almeno triennal e (2004/2006) ed ogni sei mesi saranno organizzati eventi in varie regioni d’I talia e all’estero che faranno il punto della situazione mediante la presentaz ione del materiale approntato.Il progetto ed i suoi eventi saranno collegati a programmi europei relativ i ai temi dell’arte, della cultura, della scienza e delle nuove tecnologie del la comunicazione.• Il materiale pervenuto a seguito del suddetto progetto di ricerca sarà u tilizzato per la realizzazione di un’opera a larga diffusione che esprima - con l’uso di immagini, testi e nuove tecnologie della comunicazione – il concet to di identità culturale in Italia attraverso un percorso guidato. L’opera sar à fruibile in CD Rom e in testi opportunamente organizzati per un uso semplice e divertente e sarà completat a da opportune informazioni su approfondimenti mir ati via Internet o tramite documentari in modo che ciascun utente possa integra rla o ampliarla secondo i propri interessi artistici, culturali o scientificiIl progetto sarà inserito anche nel sito web dell’Associazione ICS () e pe rmetterà di aggregare suggerimenti, informazioni e stimoli per rendere la reali zzazione del progetto dinamica e condivisa.• In particolare, all’inizio di settembre di ogni anno, in concomitanza co n la ripresa delle attività anche scolastica ed universitaria, sarà possibile v isionare nel suddetto sito, in un settore specifico, una selezione delle mostre e delle iniziative artistiche e culturali collegate con la conoscenza della no stra identità e con i collegamenti con gli altri p aesi europei.Il criterio di scelta avrà come base la possibilità di collegare i suddett i eventi all’integrazione della conoscenza di determinati periodi della nostra storia intesa in senso lato e sarà possibile trovare anche suggerimenti didatti ci collegati ai programmi ministeriali.• Saranno inoltre poste all’attenzione degli interessati, visite a patrimo ni artistici poco conosciuti ma di grande validità artistica e culturale, sempr e preceduti da note di introduzione alle visite stesse per una maggiore compren sione.Si fa presente che tale tipo di ricerca ha valenza europea in quanto emerg eranno legami e affinità con le identità degli altri Paesi europei i quali poss ono essere interessati – ciascuno per la propria parte – ad evidenziare la pr opria identità culturale.PremesseIl significato di Identità culturaleIn questo anno 2004 dieci nuovi Paesi sono entrati a far parte dell’Unione europea e portano culture diverse e diversi modi di espressione e comunicazion e: diventa così molto importante fare il pun to sulla nostra cultura intesa in s enso lato come storia, arte, scienza e tutto ciò che può contribuire a definire la nostra identità.Anche la Chiesa ha espresso con chiarezza il significato di identità cultu rale: “La cultura è l’elemento essenziale che costituisce l’identità della p ersona umana e di una comunità e che rappresenta un valore ed un diritto fondam entale”.Il Santo Padre in particolare ha riaffermato il rispetto dovuto alle diffe renze esistenti tra le culture ed i popoli: Il diritto all’esi stenza implica n aturalmente, per ogni nazione, anche il diritto alla propria lingua e cultura, mediante le quali un popolo esprime e promuove quella che direi la sua originar ia sovranità spirituale. La Chiesa, allora, nel momento in cui afferma e sostie ne i diritti fondamentali dell’uomo e della comunità delle persone, afferma e sostiene il diritto di conservare e tutelare la propria cultura, di sviluppare la cultura propria di ciascuna comunità sociale in dialogo con le altre comunit à, di difenderla da min acce di forzate omologazioni.Perdere la propria cultura significa, per una persona o per una comunità, perdere la propria identità essenziale e più profondamente, perdere la propria anima. Lo spaesamento, di cui parlano filosofi e sociologi, consiste in questo: apparentemente siamo a casa in ogni parte del mondo, ma in realtà siamo senza più Paese, senza più casa e cultura, senza più una chiara identità sia a livell o personale sia a livello comunitario, sociale e anche, talvolta, religioso.Il Santo Padre nel Messaggio al Card. Miloslav Vlk, Presidente del Consigl io delle Conferenze Episcopali d’Europa ha ricordato che l’Europa non può ess ere compresa senza le culture, le tradizioni e valori diversi dei Paesi che la costituiscono (Mons. Gergely Kovacs, Officiale <(注:素材和资料部分来自网络,供参考。
Dei delitti e delle pene è il titolo del trattato scritto dall’illuminista lombardo Cesare Beccaria (1738-1794) nel corso del 1763 e pubblicato l’anno successivo; un’opera che fu accolta con grande successo in tutto il continente europeo, ricevendo le lodi dei massimi pensatori dell’epoca. Il fine, prepostosi dal marchese Beccaria nello scrivere il trattato, era quello di sottolineare i difetti delle legislazioni giudiziarie a lui contemporanee, e, nello stesso tempo, di avanzare delle possibili soluzioni per porre rimedio alle lacune e alle ingiustizie dei vari sistemi penali.Influenzato dalle teorie esposte da Jean Jacques Rousseau nel suo Contratto sociale ed ammiratore del pensiero del filosofo inglese John Locke, nel breve trattato Beccaria parte dal concetto della convivenza comune: gli uomini, sostiene, hanno sacrificato una parte delle loro libertà, accettando di vivere secondo le regole della comunità, in cambio di una maggiore sicurezza e di una maggiore utilità. L’autorità dello Stato e delle leggi è quindi da considerarsi legittima finché non oltrepassi certi limiti accettati dai governati in nome del bene comune. Citando direttamente Montesquieu, l’autore ripete come ogni punizione che non derivi dall’assoluta necessità sia tirannica. Il sovrano ha il diritto di punire, ma tale diritto èfondato sull’esigenza di tutelare la libertà e il benessere pubblici dalle “usurpazioni particolari”: nessun arbitrio deve essere perpetrato poiché nel decidere l’entità della pena l’unico criterio da seguire è “l’utile sociale”.Partendo da questa premessa, le proposte cardine avanzate dal filosofo sono le seguenti: una decisa battaglia control’oscurità delle leggi, perché questa conduce a una varietà di interpretazioni, spesso arbitrarie, che favoriscono gli abusi; la necessità di rendere pubblici i giudizi, per non dar adito a sospetti di ingiustizia e tirannide, e la necessità di estirpare il sistema delle denuncie anonime, pratica che alimenta i riprovevoli istinti della vendetta e del tradimento; l’opposizione netta alla tortura e alla pena di morte. La prima non garantisce l’emergere della verità, oltre ad essere una pratica disumana, poiché davanti al dolore fisico chiunque sarebbe disposto a confessare qualsiasi delitto. Inoltre, seguendo il principio esposto dal Beccaria nei primi capitoli, siccome il diritto di punire non deve andare oltre la necessità di tutelare i cittadini dagli elementi più pericolosi, non è giusto accanirsi sugli accusati prima di aver provato la loro colpevolezza. Riguardo la pena di morte, essa va abolita in quanto viene meno allo spirito del contratto sociale (nessun uomo è disposto a dare la propria vita in nome della convivenza comunitaria), e perché non è un deterrente efficace contro la criminalità: secondo Beccaria spaventa più l’idea di una lunga pena detentiva che non l’idea di una pena durissima, ma istantanea. È importante anche che la pena segua in tempi brevi il reato commesso, per non lasciare l’indiziato nell’incertezza riguardo la sua sorte e per imprimere nella mente dei cittadini la consequenzialità di colpa e pena.Altri due principi fondamentali e innovatori del trattato sono l’attribuzione di un carattere laico alla pena e l’importanza della prevenzione dei delitti. Beccaria separa nettamente la nozione di peccato da quella di crimine, la punizione per essere venuti meno alle leggi non ha niente a che spartire con l’espiazione di un peccato nel senso cristiano: la pena assegnata dall’autorità giudiziaria è solo un mezzo per impedire che avvengano o si ripetano determinate violazioni. Ma soprattutto èimportante cercare di prevenire i crimini, educando alla legalità; bisogna fare in modo che le leggi siano chiare e facili da comprendere per tutti, che siano rispettate e temute.In definitiva, lo scopo della pena è fare in modo che un danno commesso nei confronti della società non si ripeta e di scoraggiarne altri: la pena non è più, nella visione di Beccaria, uno strumento per “raddoppiare con altro male il male prodotto dal delitto commesso”, ma uno strumento per impedire che al male già arrecato se ne aggiunga altro ad opera dello stesso criminale o ad opera di altri che dalla sua impunità potrebbero essere incoraggiati. La pena è un mezzo di difesa, un mezzo di prevenzione sociale.La fredda razionalità del pensatore milanese è il filo che tiene unita l’opera: le sue considerazioni tengono sempre presente quella che è l’utilità pratica dei provvedimenti presi o da prendere, resta ben poco spazio a considerazioni di ordine morale, come ben evidenzia la posizione dell’autore nei confronti della pena di morte. Questa va abolita perché non consegue gli scopi prefissi, soprattutto per tale motivo va eliminata: la sua crudeltà, la sua irreparabilità sono marginali, tanto è vero che Beccaria nel suo trattato indica anche delle eccezioni nelle quali il ricorso alla pena capitale è ammissibile. Questo tipo di atteggiamento ha attirato qualche critica al trattato in tempi recenti poiché il calcolo utilitaristico dei vantaggi e degli svantaggi delle pene non deve essere la sola base dei sistemi penali, ma in essi deve trovar posto il rispetto della persona umana, quei diritti inviolabili dell’uomo che ancora oggi molto fanno dibattere. Va però detto che se è possibile ravvisare prese di posizione discutibili in alcune pagine de Dei delitti e delle pene, in altre Beccaria sottolinea come l’imputato debba essere sempre considerato persona e non cosa e come non possa esistere libertà laddove questo principio non venga rispettato. Malgrado alcune affermazioni criticabili agli occhi moderni, l’opera di Cesare Beccaria resta un passo avanti fondamentale nella storia dello sviluppo civile del mondo occidentale: sia per il successo che ebbe (dalla Russia di Caterina II che voleva l’illuminista tra i suoi consiglieri agli Stati Uniti di Jefferson), tale da smuovere le coscienze su argomenti basilari per la formazione di una società giusta e democratica, sia per l’utilità pratica che dimostrò visto che molte delle misure auspicate nel trattato vennero effettivamente messe in pratica in diversi stati.\Gli uomini lasciano per lo piú in abbandono i piú importanti regolamenti alla giornaliera prudenza o alla discrezione di quelli, l'interesse de' quali è di opporsi alle piú provide leggi che per natura rendono universali i vantaggi e resistono a quello sforzo per cui tendono a condensarsi in pochi, riponendo da una parte il colmo della potenza e della felicità e dall'altra tutta la debolezza e la miseria. Perciò se non dopo esser passati framezzo mille errori nelle cose piú essenziali alla vita ed alla libertà, dopo una stanchezza di soffrire i mali, giunti all'estremo, non s'inducono a rimediare ai disordini che gli opprimono, e a riconoscere le piú palpabili verità, le quali appunto sfuggono per la semplicità loro alle menti volgari, non avvezze ad analizzare gli oggetti, ma a riceverne le impressioni tutte di un pezzo, piú per tradizione che per esame.Apriamo le istorie e vedremo che le leggi, che pur sono o dovrebbon esser patti di uomini liberi, non sono state per lo piú che lo stromento delle passioni di alcuni pochi, o nate da una fortuita e passeggiera necessità; non già dettate da un freddo esaminatore della natura umana, che in un sol punto concentrasse le azioni di una moltitudine di uomini, e le considerasse in questo punto di vista: la massima felicità divisa nel maggior numero. Felici sono quelle pochissime nazioni, che non aspettarono che il lento moto delle combinazioni e vicissitudini umane facesse succedere all'estremità de' mali un avviamento al bene, ma ne accelerarono i passaggi intermedi con buone leggi; e merita la gratitudine degli uomini quel filosofo ch'ebbe il coraggio dall'oscuro e disprezzato suo gabinetto di gettare nella moltitudine i primi semi lungamente infruttuosi delle utili verità.Si sono conosciute le vere relazioni fra il sovrano e i sudditi, e fralle diverse nazioni; il commercio si è animato all'aspetto delle verità filosofiche rese comuni colla stampa, e si è accesa fralle nazioni una tacita guerra d'industria la piú umana e la piú degna di uomini ragionevoli. Questi sono frutti che si debbono alla luce di questo secolo, ma pochissimi hanno esaminata e combattuta la crudeltà delle pene e l'irregolarità delle procedure criminali, parte di legislazione cosí principale e cosí trascurata in quasi tutta l'Europa, pochissimi, rimontando ai principii generali, annientarono gli errori accumulati di piúsecoli, frenando almeno, con quella sola forza che hanno le verità conosciute, il troppo libero corso della mal diretta potenza, che ha dato fin ora un lungo ed autorizzato esempio di fredda atrocità. E pure i gemiti dei deboli, sacrificati alla crudele ignoranza ed alla ricca indolenza, i barbari tormenti con prodiga e inutile severità moltiplicati per delitti o non provati o chimerici, la squallidezza e gli orrori d'una prigione, aumentati dal piú crudele carnefice dei miseri, l'incertezza, doveano scuotere quella sorta di magistrati che guidano le opinioni delle menti umane.L'immortale Presidente di Montesquieu ha rapidamente scorso su di questa materia. L'indivisibile verità mi ha forzato a seguire le tracce luminose di questo grand'uomo, ma gli uomini pensatori, pe' quali scrivo, sapranno distinguere i miei passi dai suoi. Me fortunato, se potrò ottenere, com'esso, i segreti ringraziamenti degli oscuri e pacifici seguaci della ragione, e se potrò inspirare quel dolce fremito con cui le anime sensibili rispondono a chi sostiene gl'interessi della umanità!Alcuni avanzi di leggi di un antico popolo conquistatore fatte compilare da un principe che dodici secoli fa regnava in Costantinopoli, frammischiate poscia co' riti longobardi, ed involte in farraginosi volumi di privati ed oscuri interpreti, formano quella tradizione di opinioni che da una gran parte dell'Europa ha tuttavia il nome di leggi; ed è cosa funesta quanto comune al dì d'oggi che una opinione di Carpzovio, un uso antico accennato da Claro, un tormento con iraconda compiacenza suggerito da Farinaccio sieno le leggi a cui con sicurezza obbediscono coloro che tremando dovrebbono reggere le vite e le fortune degli uomini. Queste leggi, che sono uno scolo de' secoli i piú barbari, sono esaminate in questo libro per quella parte che risguarda il sistema criminale, e i disordini di quelle si osa esporli a' direttori della pubblica felicità con uno stile che allontana il volgo non illuminato ed impaziente. Quella ingenua indagazione della verità, quella indipendenza delle opinioni volgari con cui è scritta quest'opera è un effetto del dolce e illuminato governo sotto cui vive l'autore. I grandi monarchi, i benefattori della umanità che ci reggono, amano le verità esposte dall'oscuro filosofo con un non fanatico vigore, detestato solamente da chi si avventa alla forza o alla industria, respinto dalla ragione; e i disordini presenti da chi benn'esamina tutte le circostanze sono la satira e il rimprovero delle passate età, non già di questo secolo e de' suoi legislatori.Chiunque volesse onorarmi delle sue critiche cominci dunque dal ben comprendere lo scopo a cui è diretta quest'opera, scopo che ben lontano di diminuire la legittima autorità, servirebbe ad accrescerla se piú che la forza può negli uomini la opinione, e se la dolcezza e l'umanità la giustificano agli occhi di tutti. Le mal intese critiche pubblicate contro questo libro si fondano su confuse nozioni, e mi obbligano d'interrompere per un momento i miei ragionamenti agl'illuminati lettori, per chiudere una volta per sempre ogni adito agli errori di un timido zelo o alle calunnie della maligna invidia.Tre sono le sorgenti delle quali derivano i principii morali e politici regolatori degli uomini. La rivelazione, la legge naturale,le convenzioni fattizie della società. Non vi è paragone tra la prima e le altre per rapporto al principale di lei fine; ma si assomigliano in questo, che conducono tutte tre alla felicità di questa vita mortale. Il considerare i rapporti dell'ultima non èl'escludere i rapporti delle due prime; anzi siccome quelle, benché divine ed immutabili, furono per colpa degli uomini dalle false religioni e dalle arbitrarie nozioni di vizio e di virtú in mille modi nelle depravate menti loro alterate, cosí sembra necessario di esaminare separatamente da ogni altra considerazione ciò che nasca dalle pure convenzioni umane, o espresse, o supposte per la necessità ed utilità comune, idea in cui ogni setta ed ogni sistema di morale deve necessariamente convenire; e sarà sempre lodevole intrappresa quella che sforza anche i piú pervicaci ed increduli a conformarsi ai principii che spingon gli uomini a vivere in società. Sonovi dunque tre distinte classi di virtú e di vizio, religiosa, naturale e politica. Queste tre classi non devono mai essere in contradizione fra di loro, ma non tutte le conseguenze e i doveri che risultano dall'una risultano dalle altre. Non tutto ciò che esige la rivelazione lo esige la legge naturale, né tutto ciò che esige questa lo esige la pura legge sociale: ma egli è importantissimo di separare ciò che risulta da questa convenzione, cioè dagli espressi o taciti patti degli uomini, perché tale è il limite di quella forza che puòlegittimamente esercitarsi tra uomo e uomo senza una speciale missione dell'Essere supremo. Dunque l'idea della virtúpolitica può senza taccia chiamarsi variabile; quella della virtú naturale sarebbe sempre limpida e manifesta se l'imbecillità o le passioni degli uomini non la oscurassero; quella della virtú religiosa è sempre una costante, perché rivelata immediatamente da Dio e da lui conservata.。
意大利语阅读6. Pinocchio si addormenta coi piedi sul caldano, e la mattina dopo si sveglia coi piedi tutti bruciati.Pinocchio riceve una catinellata d'acquaPer l'appunto era una nottataccia d'inferno. Tuonava forte forte, lampeggiava come se il cielo pigliasse fuoco, e un ventaccio freddo e strapazzone, fischiando rabbiosamente e sollevando un immenso nuvolo di polvere, faceva stridere e cigolare tutti gli alberi della campagna. Pinocchio aveva una gran paura dei tuoni e dei lampi: se non che la fame era piùforte della paura: motivo per cui accostòl'uscio di casa, e presa la carriera, in un centinaio di salti arrivòfino al paese, colla lingua fuori e col fiato grosso, come un cane da caccia.Ma trovòtutto buio e tutto deserto. Le botteghe erano chiuse; le porte di casa chiuse; le finestre chiuse; e nella strada nemmeno un cane. Pareva il paese dei morti.Allora Pinocchio, preso dalla disperazione e dalla fame, si attaccòal campanello d'una casa, e cominciòa suonare a distesa, dicendo dentro di sé:"Qualcuno si affaccerà."Difatti si affacciòun vecchino, col berretto da notte in capo, il quale gridòtutto stizzito: "Che cosa volete a quest'ora?""Che mi fareste il piacere di darmi un po' di pane?"此文章由森淼学校(北京)提供,转载请注明"Aspettami costìche torno subito", rispose il vecchino, credendo di aver da fare con qualcuno di quei ragazzacci rompicollo che si divertono di notte a suonare i campanelli delle case, per molestare la gente per bene, che se la dorme tranquillamente.Dopo mezzo minuto la finestra si riaprìe la voce del solito vecchino gridòa Pinocchio: "Fatti sotto e para il cappello."Pinocchio si levòsubito il suo cappelluccio; ma mentre faceva l'atto di pararlo, sentìpioversi addosso un'enorme catinellata d'acqua che lo annaffiòtutto dalla testa ai piedi, come se fosse un vaso di giranio appassito.Tornòa casa bagnato come un pulcino e rifinito dalla stanchezza e dalla fame: e perchénon aveva piùforza di reggersi ritto, si pose a sedere, appoggiando i piedi fradici e impillaccherati sopra un caldano pieno di brace accesa.E lìsi addormentò; e nel dormire, i piedi che erano di legno, gli presero fuoco e adagio adagio gli si carbonizzarono e diventarono cenere.E Pinocchio seguitava a dormire e a russare, come se i suoi piedi fossero quelli d'un altro. Finalmente sul far del giorno si svegliò, perchéqualcuno aveva bussato alla porta. "Chi è?" domandòsbadigliando e stropicciandosi gli occhi."Sono io", rispose una voce.Quella voce era la voce di Geppetto7. Geppetto torna a casa, rifài piedi al burattino e gli dàla colazione che il pover'uomo aveva portata con sé.Geppetto abbraccia Pinocchio che ha i piedi bruciati此文章由森淼学校(北京)提供,转载请注明Il povero Pinocchio, che aveva sempre gli occhi fra il sonno, non s'era ancora avvisto dei piedi, che gli si erano tutti bruciati: per cui appena sentìla voce di suo padre, schizzògiùdallo sgabello per correre a tirare il paletto; ma invece, dopo due o tre traballoni, cadde di picchio tutto lungo disteso sul pavimento.E nel battere in terra fece lo stesso rumore, che avrebbe fatto un sacco di mestoli, casca to da un quinto piano."Aprimi!" intanto gridava Geppetto dalla strada."Babbo mio, non posso", rispondeva il burattino piangendo e ruzzolandosi per terra. "Perchénon puoi?""Perchémi hanno mangiato i piedi.""E chi te li ha mangiati?""Il gatto", disse Pinocchio, vedendo il gatto che colle zampine davanti si divertiva a far ballare alcuni trucioli di legno."Aprimi, ti dico!" ripetéGeppetto, "se no quando vengo in casa, il gatto te lo do io!" "Non posso star ritto, credetelo. O povero me! povero me che mi toccheràa camminare coi ginocchi per tutta la vita!..."Geppetto, credendo che tutti questi piagnistei fossero un'altra monelleria del burattino, pensòbene di farla finita, e arrampicatosi su per il muro, entròin casa dalla finestra.Da principio voleva dire e voleva fare: ma poi quando vide il suo Pinocchio sdraiato in terra e rimasto senza piedi davvero, allora sentìintenerirsi; e presolo subito in collo, si此文章由森淼学校(北京)提供,转载请注明dette a baciarlo e a fargli mille carezze e mille moine, e, coi luccioloni che gli cascavano gi ùper le gote, gli disse singhiozzando:"Pinocchiuccio mio! Com'èche ti sei bruciato i piedi?""Non lo so, babbo, ma credetelo che èstata una nottata d'inferno e me ne ricorderòfin che campo. Tonava, balenava e io avevo una gran fame e allora il Grillo-parlante mi disse: "Ti sta bene; sei stato cattivo, e te lo meriti", e io gli dissi: "Bada, Grillo!...", e lui mi disse: "Tu sei un burattino e hai la testa di legno" e io gli tirai un martello di legno, e lui morì, ma la colpa fu sua, perchéio non volevo ammazzarlo, prova ne sia che messi un tegamino sulla brace accesa del caldano, ma il pulcino scappòfuori e disse: "Arrivedella... e tanti saluti a casa" e la fame cresceva sempre, motivo per cui quel vecchino col berretto da notte, affacciandosi alla finestra mi disse: "Fatti sotto e para il cappello" e io con quella catinellata d'acqua sul capo, perchéil chiedere un po' di pane non èvergogna, non èvero? me ne tornai subito a casa, e perchéavevo sempre una gran fame, messi i piedi sul caldano per rasciugarmi, e voi siete tornato, e me li sono trovati bruciati, e intanto la fame l'ho sempre e i piedi non li ho più! Ih!... Ih!... Ih!... Ih!..."E il povero Pinocchio cominciòa piangere e a berciare cosìforte, che lo sentivano da cinque chilometri lontano.Geppetto, che di tutto quel discorso arruffato aveva capito una cosa sola, cioèche il burattino sentiva morirsi dalla gran fame, tiròfuori di tasca tre pere, e porgendogliele, disse:此文章由森淼学校(北京)提供,转载请注明"Queste tre pere erano per la mia colazione: ma io te le do volentieri. Mangiale, e buon pro ti faccia.""Se volete che le mangi, fatemi il piacere di sbucciarle.""Sbucciarle?" replicòGeppetto meravigliato. "Non avrei mai creduto, ragazzo, mio, che tu fossi cosìboccuccia e cosìschizzinoso di palato. Male! In questo mondo, fin da bambini, bisogna avvezzarsi abboccati e a saper mangiare di tutto, perchénon si sa mai quel che ci puòcapitare. I casi son tanti!...""Voi direte bene, soggiunse Pinocchio, ma io non mangeròmai una frutta, che non sia sbucciata. Le bucce non le posso soffrire."E quel buon uomo di Geppetto, cavato fuori un coltellino, e armatosi di santa pazienza, sbucciòle tre pere, e pose tutte le bucce sopra un angolo della tavola.Quando Pinocchio in due bocconi ebbe mangiata la prima pera, fece l'atto di buttar via il torsolo: ma Geppetto gli trattenne il braccio, dicendogli:"Non lo buttar via: tutto in questo mondo puòfar comodo.""Ma io il torsolo non lo mangio davvero!..." gridòil burattino, rivoltandosi come una vipera. "Chi lo sa! I casi son tanti!..." ripetéGeppetto, senza riscaldarsi.Fatto sta che i tre torsoli, invece di essere gettati fuori dalla finestra, vennero posatisull'angolo della tavola in compagnia delle bucce.Mangiate o, per dir meglio, divorate le tre pere, Pinocchio fece un lunghissimo sbadiglio e disse piagnucolando:"Ho dell'altra fame!"此文章由森淼学校(北京)提供,转载请注明"Ma io, ragazzo mio, non ho piùnulla da darti.""Proprio nulla, nulla?""Ci avrei soltanto queste bucce e questi torsoli di pera.""Pazienza!" disse Pinocchio, "se non c'èaltro, mangeròuna buccia."E cominciòa masticare. Da principio storse un po' la bocca; ma poi, una dietro l'altra, spolveròin un soffio tutte le bucce: e dopo le bucce, anche i torsoli, e quand'ebbe finito di mangiare ogni cosa, si battétutto contento le mani sul corpo, e disse gongolando: "Ora sìche sto bene!""Vedi dunque, osservòGeppetto, che avevo ragione io quando ti dicevo che non bisogna avvezzarsi nétroppo sofistici nétroppo delicati di palato. Caro mio, non si sa mai quel che ci puòcapitare in questo mondo. I casi son tanti!..."此文章由森淼学校(北京)提供,转载请注明。